2023/2024 ⛰️ Sea of Mountains ⛰️ Alta Valle Seriana

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2023/2024 ⛰️ Sea of Mountains ⛰️ Alta Valle Seriana ⛰️

Sea of Mountains
Progetto site-specific per 24020 Residenze 2023-24
Alta Valle Seriana, Lombardia, Italia
Un progetto di CAP24020 Pratiche Artistiche Contemporanee in collaborazione con i dolci

Residenza autunnale 2–29.10.2023
Residenza primaverile 24.4.–9.5.2024

Curatrice
Riikka Thitz

Artist3
Tatu Nenonen
Elina Vainio  

Traduzione
Alessandra Olivari

Fotografia
CAP24020 / Savina Foresti

Supportato da
Finnish Cultural Foundation e Frame Contemporary Art Finland

Vedi la pubblicazione in formato pdf

 

Sea of Mountains
Site-specific project for 24020 Residenze 2023-2024

Alta Valle Seriana, Lombardy region, Italy

A project by CAP24020 Pratiche Artistiche Contemporanee in collaboration with arts association i dolci

Autumn residency 2.–29.10.2023
Spring residency 24.4.–9.5.2024

Curator
Riikka Thitz

Artists
Tatu Nenonen
Elina Vainio  

Translation into Italian
Alessandra Olivari

Photography
CAP24020 / Savina Foresti

Supported by
Finnish Cultural Foundation and Frame Contemporary Art Finland

See the publication as a pdf

Sea of Mountains on the website of i dolci

Riikka Thitz: Soffici Piegature ⛰️ Riikka Thitz: Soft Folds

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Riikka Thitz: Soffici Piegature ⛰️ Riikka Thitz: Soft Folds ⛰️

In questo testo avrei potuto provare a mappare il paesaggio dell’Alta Valle Seriana in diversi modi. Avrei potuto tentare di evidenziarne l’essenza con numeri esatti (massima altitudine: 3,052 metri; numero di cimiteri: 34), o attraverso aneddoti storici (la frana disastrosa che colpì il paese di Gromo nel 1666*). Avrei potuto descriverla con il linguaggio tipico della storia dell’arte come delle guide turistiche (vette mozzafiato, panorami di rara bellezza). Ma, come sottolinea il geografo Ian D. Whyte, le mappe sono forme di conoscenza socialmente costruite, come qualsiasi altro documento. Non ridipingono il mondo per quello che è. Piuttosto, ridipingono il sistema che le ha prodotte. Il sapere ordinario e gli itinerari non riconosciuti sono spesso esclusi dai dati ufficiali.

Whyte estende questo concetto fino all’esperienza stessa del paesaggio: ogni essere umano guarda il paesaggio da un punto di vista personale e culturale che filtra e distorce le informazioni. Punto di vista che crea una impressione selettiva dello spazio e del tempo circostanti e che può essere vicina alla realtà o contenere macroscopici pregiudizi. I modi in cui l’essere umano interagisce con il suo ambiente dipendono dalla specificità del tempo, del luogo e del contesto storico. Fattori quali l’età, il genere, lo status socio-economico influenzano la percezione del paesaggio di ciascun individuo. Si può guardare al paesaggio come risorsa da sfruttare con profitto, mentre chi è turista lo può vedere come luogo di divertimento. Gli storici, le storiche e coloro che sono responsabili delle politiche territoriali hanno spesso visto le terre alte come arretrate e carenti rispetto alle terre basse**. Chi risiede stabilmente può interpretare il paesaggio attraverso le reti intergenerazionali di matrimoni, relazioni familiari o proprietà immobiliari. Intenzionalmente o non, i paesaggi sono costrutti sociali.

La definizione stessa del termine paesaggio è tanto elusiva quanto le sue interpretazioni. Nel pensiero occidentale è spesso definito come “la superficie della Terra”, in attesa dell’intervento e dello sfruttamento umano. Insieme all3 artist3 Elina Vainio e Tatu Nenonen, sono stata in Alta Valle Seriana in ottobre 2023 e in aprile-maggio 2024. Il nostro scopo era quello di esplorare l’aspetto che più ne definisce il territorio: le Alpi bergamasche. Esaminando i processi sociali, naturali e geologici costantemente in azione al di sopra e al di sotto del suolo, volevamo indagarlo in profondità. Abbiamo camminato, osservato, ascoltato; abbiamo fatto salite, usato i nostri sensi; ci siamo barcamenat3 in conversazioni in un italiano rudimentale. Tutto questo nel tentativo di afferrare lo spazio e il tempo che ci circondavano.

Un pioniere degli studi sul paesaggio, John Brinckerhoff Jackson, scrive di come gli spazi pubblici tradizionali mostrano “una varietà di simboli, iscrizioni, immagini, monumenti non come opere d’arte ma per ricordare alle persone i loro privilegi e doveri civici ed escludere, tacitamente, l’estraneo”. È divenuto subito chiaro che afferrare totalmente il paesaggio della Valle con i suoi significati, segreti, messaggi e connessioni col passato e col presente non sarebbe stato possibile. Noi eravamo e siamo rimast3 visitator3 di breve termine. E comunque, questa dimora temporanea ci ha permesso di spostare il focus in libertà, tra l’apparentemente piccolo e l’inenarrabilmente vasto, tra l’ordinario e lo straordinario.

Nel suo saggio riguardante un progetto site-specific sulle montagne norvegesi, il curatore Svein Rønning parla di “un progetto estetico delle montagne”, e di come prima del XVIII secolo le persone che vivevano nelle zone montuose europee non attribuissero valore di attrattività al loro ambiente di vita. Le montagne potevano essere pericolose o fornire sostentamento, ma non erano descritte come “belle”. Ad ogni modo dalla metà del XVIII secolo in poi, l’alta società inglese diede origine a un diverso punto di vista sulle montagne, guardando ad esse e a chi le abita come pure, genuine e capaci di offrire esperienze sublimi.

Il nome Sea of Mountains (un mare di montagne) nasce da John Ruskin (1819–1900), filoso inglese appassionato delle Alpi. Come tipico per l’epoca, Ruskin era uno spirito eclettico la cui ambizione era quella di raccogliere la conoscenza onnicomprensiva del mondo. La sua attività ricade nel cosiddetto periodo d’oro dell’alpinismo, ovverosia quel periodo del XIX secolo in cui le vette principali delle Alpi vennero scalate per la prima volta. Quello era il progetto dell’alta società maschile inglese, quella che aveva posizione sociale e mezzi finanziari tali da potersi dedicare a simile impresa. Quello era anche il punto massimo del progetto coloniale Vittoriano, in cui paesaggi e popoli erano visti come elementi di conquista, indagine e riorganizzazione fondata su una visione scientifica umanocentrica.

Al tempo di Ruskin la geologia come disciplina scientifica fondata sull’osservazione e la sperimentazione faceva i suoi primi passi e, scrivendo della geologia delle montagne, Ruskin paragonò la forma delle loro masse alle onde dell’acqua. Nel progetto Sea of Mountains noi abbiamo interpretato il concetto di fluidità da una prospettiva in cui la posizione degli esseri umani in relazione al resto del mondo naturale e dell’universo viene contestata. Facendoci guidare dal geografo sociale Doreen Massey, siamo partit3 dalla fluidità come modalità di approccio a esseri umani, animali, piante, rocce, e tutti i materiali e abitanti sovra-umani della Valle. Un paesaggio è un flusso costante di processi sociali, naturali e storici; una composizione delle loro traiettorie.

Encomio 1-2, l’opera in due parti dell’artista visiva Elina Vainio, prende spunto dalle semplici esposizioni di commemorazione su varie superfici degli spazi pubblici – lapidi in primis ma anche muri, facciate - che l’artista ha notato a Gromo come nei paesi vicini. Vainio è inoltre rimasta particolarmente colpita da come il ricordo di familiari viene tenuto vivo con modeste fotografie di album di famiglia, spesso incise a fuoco su mattonelle di porcellana e applicate alle lapidi tombali (una consuetudine che non esiste in Finlandia). Il carattere informale di questi ritratti fotografici lega il ricordo della persona defunta a momenti di vita ordinari, demistificandone l’esistenza. Vainio ha considerato questi gesti - al contempo pubblici e privati - come il tentativo di influire, di determinare il tempo: una invocazione al suo ripiegarsi sui milioni di accadimenti che si sono manifestati e che continuano a manifestarsi.

Vainio ha utilizzato il materiale di risulta dell’estrazione del marmo della cava di Ardesio come supporto per memoriali stratificati e frammentari della quotidianità locale. La sua opera consiste di due bassorilievi che richiamano mappe aperte, spiegate. A un livello formale, sporgenze e rientranze del supporto riferiscono a vette e valli delle montagne mentre a un livello simbolico l’ambiguità di una mappa vuota fa riferimento a una dimensione futura sconosciuta, inesplorata. Le linee, i rettangoli e le forme più astratte scavate nel bassorilievo ri-appiattiscono le piegature o bucano le grinze della superficie. Le linee rimandano sia alle tubature idroelettriche che corrono lungo i lati delle montagne che alle gallerie sotterranee delle miniere che segnano buona parte dei pendii. In un certo senso, i due bassorilievi possono essere considerati come appunti personali presi nell’osservare come le montagne ospitino così tanti segni di ciò che è andato (o che sta andando) altrove – acqua, minerali, blocchi di marmo.

I solchi rettangolari dei due bassorilievi sono occupati dai collage fotografici che Vainio ha tratto dal suo archivio personale e da quelli di abitanti di Gromo e Valbondione. Essi hanno subito un processo di incisione a fuoco su ceramica che le hanno fissate nel tempo. I bassorilievi diventano parti di una superficie storicamente stratificata, offrendo a chi li guarda una lettura poetica della memoria, del luogo, del tempo.

I monumenti di commemorazione collocati negli spazi pubblici sono tradizionalmente riservati a eventi disastrosi, guerre; a persone di governo o figure religiose. Atti pubblici di commemorazione diventano così parte di un paesaggio politico: quale è la ideologia prevalente e cos’è ciò a cui viene attribuito valore da una specifica società in un determinato momento storico. Nel paesaggio dell’Alta Valle Seriana le tracce più dimesse, le più modeste messe in mostra di momenti legati al lavoro e alla vita quotidiana sembrano essere più abbondanti.

Whyte scrive che i paesaggi scavano “a fondo nel tempo”. Nelle loro pieghe si ritrovano implicite “interazioni tra il presente e il passato, dando un senso di identità a livello individuale, locale, regionale e nazionale”. In quanto costruite sull’interazione tra società umane e ambienti naturali, i paesaggi sono multistratificati e “costituiscono una forma di memoria della successione dei periodi di attività umana sulla superficie della Terra”. L’unicità degli usi, costumi, accenti, le festività delle comunità umane si accumulano nel tempo e sulla base degli adattamenti di lungo periodo ad un certo luogo; ma la topografia, la geologia e gli effetti climatici intaccano il modo in cui le società danno forma alle loro stesse condizioni di vita e alla loro esperienza del mondo che li circonda.

Sebbene i paesaggi nascano dalla interazione tra ambienti naturali e società umane, il mondo naturale agisce per sé stesso. Indipendentemente dalla gestione umana dei paesaggi, essi sono in un costante processo di cambiamento che si manifesta su scale diverse e a diverse velocità. Può avvenire in modo repentino e improvviso come per le frane, lento e impercepibile come nel ripiegarsi delle placche tettoniche una sull’altra; può essere ciclico come il ripetersi delle ere glaciali, o definitivo come per i cambiamenti nella biosfera. Insieme, essi creano periodi stratificati e interconnessi che vanno a fondo nel tempo, e lo fanno in senso letterale.

L’area alpina attuale risulta dalla collisione delle placche tettoniche Africana e Euroasiatica, le quali continuano a spingersi e piegarsi l’una sull’altra. Le ricorrenti ere glaciali e gli immensi ghiacciai che hanno coperto la Valle l’hanno a loro volta modellata, anche spingendo masse di terra e roccia verso il fondo valle. Questo riguarda un incalcolabile volume di materiale, di tensione e di distanza temporale dal passato e dal futuro, e tutto ciò è in costante azione al di sotto della superficie del paesaggio.

Lavorando parallelamente con il paesaggio “visivo” e con quello sonoro, l’artista del suono Tatu Nenonen affronta i cambiamenti geologici della catena montuosa come “materia soffice”*** malleabile. Nella scienza delle materie soffici, gli stati della materia sono definiti da concetti diversi rispetto a quelli solitamente conosciuti di solido, liquido, gassoso, plasma. Materie soffici come i polimeri possono essere liquidi viscosi, vetri amorfi o semi-cristallini. Se esteso al paesaggio, ciò comporta che la catena montuosa che si consuma o scivola, per esempio a causa di erosioni o frane, si comporta in un certo senso come materia soffice. Questo approccio a una materia che in prima istanza può essere definita come solida, per natura, offre strumenti per ripensare il paesaggio come in costante mutamento; una massa elastica di tempo, minerali, vegetazione, acqua, artefatti umani e altre forme di vita.

Per la sua opera Il Basso, Nenonen ha condotto registrazioni binaurali (estremamente) site-specific in luoghi come la grotta naturale del Büs di Tacoi, la miniera del Coren del Cucì (conosciuta già al tempo dei Romani) e in altri luoghi lungo i pendii della valle. Il materiale sonoro gioca con le distanze e le masse sia del suono che del paesaggio: la registrazione di questi paesaggi sonori estremamente circoscritti sono state condivise con il pubblico attraverso la radio locale Radio Like. In questo modo, l’opera si è diffusa per la valle, non confinata dalle distanze o dalla topografia.

Il lavoro di Nenonen trasforma i paesaggi sonori familiari o tralasciati in un collage di accadimenti fantastici. La trasmissione radio decostruisce la forma spaziale e temporale della relazione tra la registrazione e il sito originario, creando un incontro personale tra chi ascolta e il materiale sonoro. Attraverso la tecnologia binaurale, l’opera riesce a creare qualcosa di tangibile fuori dall’invisibile tempo compresso tra le pieghe geologiche delle montagne.

La condizione di visitatrici e visitatori di breve periodo ha dato a Elina, Tatu e me la libertà di approcciare la Valle da un punto di vista che non si poggia sul linguaggio ma che piuttosto incarna l’esperienza sensoriale dell’ambiente circostante. Potrei paragonare questo approccio a ciò che la suonatrice di clavicembalo Marianna Henriksson scrive a proposito dell’interpretazione di una partitura di musica Barocca che da a chi l’esegue solo istruzioni minime. Secondo Henriksson, questa accentuata accessibilità della partitura provoca una sorta di diluizione tra la questione di originalità e di contemporaneità. È il materiale stesso che suggerisce di intervenire, di dargli forma, di trasformarlo nel proprio materiale. Con Sea of Mountains abbiamo lavorato secondo le modalità proprie dell’arte contemporanea in un contesto storico e spaziale profondamente stratificato. Le scelte attinenti i materiali e le presentazioni delle opere invitano a una varietà di interpretazioni che possono oscillare tra verità più pertinenti e incomprensioni non intenzionali.

Siamo consapevoli ad ogni modo della responsabilità che segue tali scelte. Abbiamo voluto lavorare rispettando i materiali, le storie, le persone che abitano l’Alta Valle Seriana. Siamo estremamente grat3 verso tutte le persone che abbiamo incontrato durante le nostre residenze; l’apertura, la giocosità, il supporto, la curiosità hanno superato le nostre aspettative. Questo progetto è dedicato a voi – il futuro, il passato, il presente di questa Valle.

*Vedi Medolago 2015.
**Sulle politiche urbano-montane in Italia, vedi Corrado 2021.
***Vedi Jerolmack, Douglas J. e Daniels, Karen E. 2019.

Fonti

Corrado, Federica 2021. Introduzione. I territori urbano-montani della contemporaneità. In Urbano montano: Verso nuove configurazioni e progetti di territorio. Ed. Federica Corrado. Milano: Franco Angeli.
Henriksson, Marianna 2024. Programme note for Francesca Caccini: Alcinan saari / La liberazione di Ruggiero dall’isola d’Alcina. Premiere al Finnish National Opera, Alminsali stage, Helsinki 1.2.2024.
Jackson, John Brinckerhoff 1984. Discovering the Vernacular Landscape. New Haven: Yale University Press.
Jerolmack, Douglas J. and Daniels, Karen E. 2019. Viewing Earth’s surface as a soft-matter landscape. Nature Reviews Physics 1, 716–730. https://doi.org/10.1038/s42254-019-0111-x
Massey, Doreen 2008. Samanaikainen tila. Ed. Mikko Lehtonen, Pekka Rantanen & Jarno Valkonen. Tampere: Vastapaino.
Medolago, Gabriele 2015. La rovina del Goglio. Gromo e Valgoglio: comune di Gromo e Valgoglio.
Rønning, Svein 2014. “Rock on Top of Another Rock”. In Fischli & Weiss: Rock on Top of Another Rock: Valdresflya & Kensington Gardens. Oslo: Forlaget Press.
Whyte, Ian D. 2002. Landscape and History since 1500. London: Reaktion Books.

 

In this text, I could attempt to map out the landscape of the Alta Valle Seriana in various ways. I could endeavour to outline its essence with exact numbers (highest point: 3,052 metres, number of cemeteries: 34), through historical anecdotes (a disastrous landslide struck the mediaeval village of Gromo in 1666*), or describe it with language typical of both art history and tourist guides (breathtaking peaks, panoramas of rare beauty). But as geographer Ian D. Whyte points out, maps are forms of knowledge that are socially constructed, just like any other document. They do not depict the world as it is, but rather the system that produces them. Everyday knowledge and unofficial routes are often excluded from official data.

Whyte extends this to the experience of a landscape itself: every human has their own personal and cultural viewpoint of a landscape that filters and distorts information. It creates a selective impression of the surrounding space and time that may be close to reality or contain major misconceptions. The ways in which humans interact with their environment depend on the specific time, place, and historical context. Factors such as age, gender, and socio-economic status in society influence an individual's perception of a landscape. An investor may see a landscape as a resource to be exploited for financial gain, while a tourist may see it as a place of leisure. Historians and policy makers have often viewed upland areas as deficient and backward compared to lowlands**. A long-term resident might interpret it through a web of intergenerational marriages, family relations, and property ownerships. Whether intentional or unintentional, landscapes are social constructions.

The definition of the term "landscape" is as elusive as its interpretations. In Western thinking it is often defined as the surface of the earth, waiting for human intervention and exploitation. Alongside artists Elina Vainio and Tatu Nenonen, I spent time in the Alta Valle Seriana in October 2023 and April-May 2024. Our aim was to explore the defining feature of the area, the Bergamasque Alps. We wanted to delve beneath its surface by examining the continuously forming social, natural, and geological processes above and below ground. We walked, hiked, observed, listened, sensed, and tried to engage in discussions in rudimentary Italian, all in an attempt to grasp the space and time that surrounds us.

A pioneer of landscape studies, John Brinckerhoff Jackson writes about how traditional public spaces display "a variety of symbols, inscriptions, images, monuments, not as works of art but to remind people of their civic privileges and duties - and tacitly to exclude the outsider." It soon became clear that fully grasping the valley landscape and its meanings, secrets, messages, and connections to the past and present was not possible. We were and remain short-term visitors. However, this temporary dwelling allowed us to freely shift focus between the seemingly small and the unspeakably vast, the mundane and the extraordinary.

In his essay about a site-specific artwork in the Norwegian mountains, curator Svein Rønning writes about the “aesthetic project of the mountains” and how before the 18th century, the people living in the European mountainous areas didn’t place value on the attractiveness of their living environment. The mountains could be dangerous or provide a living, but they were not described as “beautiful”. However, from the mid-18th century onwards the English upper classes created a redefined point of view to the mountains, seeing them and their inhabitants as pure and original, providing a sublime experience.

The name Sea of Mountains originates from the English philosopher and Alpine enthusiast, John Ruskin (1819–1900). Typical of his era, he was a polymath who aimed to gather all-encompassing knowledge of the world. He was active during the so-called golden age of Alpinism, an era in the 19th century when major peaks of the Alps, such as the Matterhorn, were first ascended. This was a project of the British upper-class males who had the societal position and financial means to dedicate time to such endeavours. It was also the height of the Victorian colonial project, during which landscapes and people were seen as something to conquer, investigate, and organise according to a human-centred scientific worldview.

In Ruskin’s time, geology was taking its first steps as a scientific discipline based on observation and experimentation. When writing about the geology of the mountains, he compared the shapes of their masses to waves of water. In the Sea of Mountains project, we interpret the concept of fluidity from a perspective where the position of humans in relation to the rest of the natural world and the universe is contested. Guided by social geographer Doreen Massey, we approach fluidity as a way to work with humans, animals, plants, rocks, and other more-than-human inhabitants and materials of the valley. A landscape is as a constant flux of social, natural, and historical processes - a composition of their trajectories.

Visual artist Elina Vainio’s two-part work Encomio 1-2 was inspired by the modest public displays of commemoration that the artist observed on tombstones, walls, and other public surfaces in Gromo and the nearby municipalities of Ardesio and Valbonione. Vainio was struck by how family members’ memory was kept alive by often firing mundane family album photos into porcelain tiles and then attaching them to tombstones (a custom that doesn’t exist in Finland). The informality of these images attaches the memory of the deceased to everyday life, demystifying their existence. Vainio views these simultaneously private and public gestures as inherently human attempts to affect time: they are pleas for time to bend back on the millions of small events unfolding and continuing to unfold all the time.

Vainio utilises the residue of marble excavation in Ardesio as the basis for layered and fragmentary memorials of local everyday life. Her works are two thin reliefs that resemble opened maps. Formally, the elevations and decreases on their surfaces reference the peaks and valleys of the mountains, while symbolically, the ambiguous, empty ‘maps’ refer to future uncharted, unknown dimensions. The lines, rectangular indents, and more abstract, carved-out forms flatten out the slightly elevated folds or pierce through the creases of the surfaces. The lines point both to the hydro power pipelines running down the mountain sides and to subterranean mining tunnels running beneath vast areas of the mountains. In a sense, the reliefs could be seen as personal notations for contemplating how the mountains bear so many signs of something having gone or being in the process of going elsewhere - water, minerals, and marble blocks.

The rectangular indents of the reliefs are filled with photographic material that Vainio collects from her own personal archives and those of the inhabitants of Gromo and Valbondione, and that undergo a ceramic firing process that fixes them in time. The reliefs become parts of historically layered surfaces, offering the viewer poetic readings of memory, place, and time.

On the national and municipal levels, monuments of commemoration in public spaces have traditionally been reserved for events such as wars and disasters or rulers or religious figures. Public gestures of commemoration become a part of a political landscape: what ideologies prevail and what is valued by a particular society at a particular era. But in the Alta Valle Seriana landscape, the more humble traces and displays of daily life and labour seem to be even more abundant.

Whyte notes that landscapes delve "deep in time". In their folds, they involve "interactions between the present and the past and give a sense of identity at individual, local, regional, and national levels.” As constructions of interaction between human societies and natural environments, landscapes are multi-layered and “constitute a form of memory in which is stored the history of successive periods of human activity on the surface of the earth." The unique habits, customs, accents, and holidays of human communities accumulate over time due to long-term adaptation to a place, but the topography, geology and climate affects the way societies shape their living conditions and experience the world that surrounds them.

Although landscapes are based on the interaction of natural environments and human societies, the natural world has its own agency. Regardless of human management, landscapes are in a constant process of changes that happen at varying scales and speeds: they might be swift and sudden like landslides, slow and subtle like the folding of tectonic plates against each other, or cyclical like repeating ice ages, or definite like changes in the biosphere. Together they create a multi-layered, intertwined timescale that goes deep in time in the very literal sense.

The current Alpine area is a result of the collision of the African and Eurasian tectonic plates that keep folding and thrusting against each other. The recurring ice ages and the immense glaciers that have covered the valleys have, in turn, rounded the valleys and pushed masses of land and rock towards the lowlands. This represents an incomprehensible volume of material, tension, and temporal distances to the past and future constantly active below the visible surface of the landscape.

Working with landscapes as soundscapes, sound artist Tatu Nenonen approaches the geologic folds of the mountain range as malleable "soft material"***. In soft material science, the states of matter are defined by other concepts than the familiar solid, liquid, gas, or plasma. Soft materials such as polymers can be viscous liquids, amorphous glasses, or semi-crystalline. When extended to the context of landscapes, it can mean that the mountain range wears or flows, for example, due to erosion or landslides, behaving somewhat like a soft material. This approach towards a matter that at first instance might be defined as inherently solid gives tools to rethink the landscape as constantly turning and folding, an elastic mass of time, minerals, vegetation, water, human intervention, and other forms of life.

For his work Il Basso, Nenonen has conducted extremely site-specific binaural recordings in locations like the large natural cave formation Büs di Tacoi, the Coren del Cucì mining area known since Roman times, and on the hills of the valley. The sound material plays with the distances and masses of both sound and landscape: the hyper-localised settings of the recordings are shared to the public over local radio channel Radio Like. The sound piece spreads around the valley and is not bound by distance or topography.

Nenonen’s work transforms seemingly familiar or overlooked soundscapes of the landscape into a collage of fantastic happenings. The radio format deconstructs the spatial and temporal form of the relation to the original site of the recording, creating a personal encounter between the listener and the sound material. Through binaural technology, the piece is able to create something tangible out of the invisible time compressed in the geologic folds of the mountains.

The position of short-term visitors gave Elina, Tatu, and me a sense of freedom to approach the valley from a point of view that was not linked to language but rather embodied sensing of our surroundings. I could compare this approach to what harpsichordist Marianna Henriksson writes about interpreting Baroque musical scores that include very few guidelines for performers. For her, the openness of the score causes a dilution between questions of originality and contemporaneity. The material suggests intervening in it, shaping it, transforming it into one's own. With Sea of Mountains, we worked with the methods of contemporary art in a deeply layered historical and spatial context. The selections made in terms of materials and presentation suggest various interpretations that may oscillate between close realities and unintentional misunderstandings.

However, we acknowledge the responsibility that follows these selections. We have aimed to work respectfully with the inhabitants, histories, and materials of the Alta Valle Seriana. We are hugely grateful for everyone we have met here during our two residencies; the openness, playfulness, support, and curiosity have surpassed our expectations. This project is dedicated to you - the future, the past, and the present of the valley.

*See Medolago 2015.
**More about the urban-rural policy-making in the mountains of Italy, see Corrado 2021.
***See Jerolmack, Douglas J. and Daniels, Karen E. 2019.

Sources

Corrado, Federica 2021. Introduzione. I territori urbano-montani della contemporaneità. In Urbano montano: Verso nuove configurazioni e progetti di territorio. Ed. Federica Corrado. Milano: Franco Angeli.
Henriksson, Marianna 2024. Programme note for Francesca Caccini: Alcinan saari / La liberazione di Ruggiero dall’isola d’Alcina. Premiere in the Finnish National Opera, Alminsali stage, Helsinki 1.2.2024.
Jackson, John Brinckerhoff 1984. Discovering the Vernacular Landscape. New Haven: Yale University Press.
Jerolmack, Douglas J. and Daniels, Karen E. 2019. Viewing Earth’s surface as a soft-matter landscape. Nature Reviews Physics 1, 716–730. https://doi.org/10.1038/s42254-019-0111-x
Massey, Doreen 2008. Samanaikainen tila. Ed. Mikko Lehtonen, Pekka Rantanen & Jarno Valkonen. Tampere: Vastapaino.
Medolago, Gabriele 2015. La rovina del Goglio. Gromo e Valgoglio: comune di Gromo e Valgoglio.
Rønning, Svein 2014. “Rock on Top of Another Rock”. In Fischli & Weiss: Rock on Top of Another Rock: Valdresflya & Kensington Gardens. Oslo: Forlaget Press.
Whyte, Ian D. 2002. Landscape and History since 1500. London: Reaktion Books.

Opere 🪨 Works

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Opere 🪨 Works 🗺️

Elina Vainio:
Encomio 1-2

Elina Vainio: Encomio 1 (2024). Valbondione, via Torre 6

Bassorilievi in polvere di marmo (cava Marmi Ardesio di Giovanni Fornoni), cemento bianco, sabbia; collage fotografici digitali su ceramica (Tre Art Fotoceramica, famiglia Taccolini, Lovere); supporto metallico (Elio Santus, Gromo); 39x51x1 cm.

Installazione:
Encomio 1: Valbondione, via Torre 6
Encomio 2: Gromo, scaletta Tito Terzi 1-3

 

Bas-reliefs made out of a mix of marble powder (Giovanni Fornoni’s Marmi Ardesio marble quarry), white cement and sand; digital photo collage on ceramic (Tre Art Fotoceramica, Taccolini family, Lovere); metal brackets (Elio Santus, Gromo); 39x51x1 cm.

Location:
Encomio 1: Valbondione: Via Torre 6
Encomio 2: Gromo: Via Tito Terzi 1-3

Elina Vainio: Encomio 1 (2024), Valbondione, via Torre 6. Encomio 2 (2024), Gromo, scaletta Tito Terzi 1-3

Tatu Nenonen
Il Basso

Opera sonora, 13’57’’

Radiotrasmessa sul canale locale Radio Like (frequenza 99.3 / 90.9 MHz), maggio 2024: giovedì 9, ore 23:00; venerdì 10, ore 23:00; domenica 12 maggio, ore 01:00.

A partire da giugno 2024 Il Basso può essere ascoltato su Soundcloud

 

Sound piece, 13’57’’

Broadcast on Radio Like (frequency 99.3 / 90.9 MHz), May 2024: Thursday 9 at 23:00; Friday 10 at 23:00; Sunday 12 at 01:00.

Starting in June, Il Basso can be listened to online on Soundcloud

 Making of Tatu Nenonen: Il Basso

Bios 🪨 Biografie

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CAP24020 Pratiche Artistiche Contemporanee è un gruppo di lavoro dedicato alle pratiche artistiche partecipative e site-specific in Alta Valle Seriana. Fondata nel 2023, con il programma 24020 Residenze, CAP24020 vuole portare ricerche, prospettive e dibattiti artistici internazionali sul territorio. Il suo primo progetto 24020 Racconti: Storie di Gromo è un’audioguida realizzata dall3 abitanti del Paese condotta dall’artista multimediale Sara Maino e dedicata al paese medievale di Gromo dove CAP24020 ha sede. www.cap24020.it

Elina Vainio è un’artista visiva che lavora con un’ampia varietà di approcci a materiali diversi. Il suo lavoro spesso rivolge attenzione alle prospettive umanocentriche, indagando come e attraverso quale tipo di lente arriviamo a percepire le cose e quindi il nostro posto tra quelle cose. Elina collabora regolarmente con altr3 artist3 ed è attualmente parte di un collettivo sperimentale, il Nomadic Kiln Group. Vive a Helsinki.

Elina si è laureata presso la University of the Arts Helsinki’s Academy of Fine Arts, e il Chelsea College of Art di Londra. Tra le istituzioni e le grandi mostre che hanno esposto il suo lavoro sono: Lappeenranta Art Museum (2023); HAM - Helsinki Art Museum (2021); Wäinö Aaltonen Museum (2020); Museum of Contemporary Art Kiasma (2019); Gwangju Biennale (2018).

Tatu Nenonen è un sound designer che unisce suono e performance in numerosi contesti. Nenonen lavora sullo spostamento dell’attenzione verso materiali vibranti e ascoltabili, enfatizzando la fisicità del suono. Nel lavoro di Nenonen il suono è un elemento sia corporeo che scultoreo. Vive a Helsinki.

Tatu ha lavorato in Finlandia in numerosi teatri, festival, gallerie, radio drammi, arte sonora e film sound design. Tra le opere più recenti: Undress me, then (2023), Takomo Theatre; The Lovely Daughter Erika - Notes on a Name (2023), Finnish Literary Archive; As Time Goes By (2023), Zodiak - Center for New Dance, Helsinki.

Riikka Thitz è curatrice di arti visive e performative. I suoi progetti curatoriali esplorano le forme di presentazione di questi linguaggi artistici e la loro sovrapposizione, spaziando dalle mostre, agli eventi, ai progetti site-specific. La sua pratica curatoriale fa uso della drammaturgia, specialmente del concetto di drammaturgia dello spazio. Vive a Helsinki.

Attualmente Riikka lavora come curatrice dell’Helsinki City Theatre’s Stage for Contemporary Performance. Progetti precedenti includono la mostra collettiva Solar Noon (Taattisten tila, Naantali 2023) e Ebb and flow (Kuva/Tila, Helsinki, 2021). Riikka ha ottenuto un MFA in Exhibition Studies presso la University of the Arts Helsinki’s Academy of Fine Arts, e un MA in Euroculture presso il Rijksuniversiteit Groningen e Georg-August-Universität Göttingen. Insieme alla suonatrice di clavicembalo Marianna Henriksson e alla coreografa Anna Mustonen, è fondatrice dello spazio di artisti e associazione artistica i dolci.

 

CAP24020 Contemporary Art Practices is a platform dedicated to participatory and site-specific contemporary art practices in Alta Valle Seriana: a large pre-alpine valley of Lombardy region, Italy. Established in 2023 by a small team of native art professionals through the 24020 Residenze programme CAP24020 aims at bringing international artistic researches, perspectives and discourses in dialogue with the valley. Its first project, 24020 Racconti: Storie di Gromo, is a community-made audio-guide lead by Italian multimedia artist Sara Maino dedicated to the mediaeval town of Gromo, where CAP24020 has its headquarters. www.cap24020.it

Tatu Nenonen is a Helsinki-based sound designer working with contemporary performance and sound in various contexts. Nenonen focuses on shifting attention towards audible and vibrating materials, emphasising the physicality of sound. In Nenonen’s works, sound is both a corporeal and sculptural element.

Tatu has worked in numerous theatres in Finland, as well as festivals, galleries, radio dramas, sound art, and film sound design. Recent works include Undress me, then (2023) at Takomo Theatre, The Lovely Daughter Erika - Notes on a Name (2023) at the Finnish Literary Archive, and As Time Goes By (2023) at Zodiak - Center for New Dance in Helsinki. 

Elina Vainio is a Helsinki-based visual artist working with a wide range of approaches to varying materials. Her works often draw attention to human-centred worldviews, questioning how and through what kinds of lenses we come to perceive things and ultimately our place among everything. Elina regularly collaborates with other artists and is currently a member of an experimental art collective, Nomadic Kiln Group. 

Elina has graduated from the University of the Arts Helsinki’s Academy of Fine Arts and the Chelsea College of Art. Her works have been shown, among others, at Lappeenranta Art Museum (2023); HAM - Helsinki Art Museum (2021); Wäinö Aaltonen Museum (2020); Museum of Contemporary Art Kiasma (2019) and Gwangju Biennale (2018). 

Riikka Thitz is a Helsinki-based curator of contemporary performance and visual art. Her curatorial projects explore forms of public presentation of visual and performing arts as well as their overlaps, ranging from exhibitions and performances to site-responsive projects. Her practice is informed by dramaturgical tools and especially by the concept of landscape dramaturgy. 

Riikka currently works as the curator of Helsinki City Theatre’s Stage for Contemporary Performance. Her previous projects include the group exhibitions Solar Noon (Taattisten tila, Naantali 2023) and Ebb and flow (Kuva/Tila, Helsinki, 2021). Riikka holds an MFA in Exhibition Studies from the University of the Arts Helsinki’s Academy of Fine Arts as well as an MA in Euroculture from Rijksuniversiteit Groningen and Georg-August-Universität Göttingen. Together with harpsichordist Marianna Henriksson and choreographer Anna Mustonen, she is a founding member of the artist-run arts association i dolci.

Grazie 💛 Thank you

💛

Grazie 💛 Thank you 💛

Insieme a CAP24020, artist3 e curatrice desiderano ringraziare
L3 abitanti dell’Alta Valle Seriana
Elio Canini, geologo esperto dell’Alta Valle Seriana
Mauro Abbadini, proprietario concessionario della Miniera Polveriera di Gorno, e Roman Ceroni
Nicoletta Bergamini, Bar del Centro
Savina Foresti, artista fotografa
Giovanni Fornoni, Marmi Ardesio
Silvia Marinoni, centro didattico Nab (Natura e Ambiente in Val Borlezza)
Famiglia Pasini, studio artist3
Claudia Riccardi, pluripremiata produttrice di formaggio, Gromo
Francesco Rota, del Swiss Federal Institute for Forest Snow and Landscape Research WSL
Famiglia Taccolini, Tre Art Fotoceramica
Tony Tranquillo e Radio Like

Elina Vainio desidera ringraziare
Claudia Riccardi, Modesto Rodari e Luciano Santus per le fotografie inserite nelle opere
Enio Bonetti e Zaccaria Rodigari per aver permesso l’installazione delle opere sulle loro proprietà
Elio Santus per l’installazione delle opere
Man Yau per la competenza prestata in modello e calco
Per gli anni 2024-2026 il lavoro di Elina è supportato da Kone Foundation

Riikka Thitz desidera ringraziare
Anna Mustonen e Marianna Henriksson, cofondatrici dello spazio associazione artistica i dolci
Elina Hämäläinen per il supporto e i commenti al testo
Konsta Ojala per le informazioni aggiuntive sulla scienza delle materie soffici

 

Together with CAP24020, artists and curator would like to thank
The inhabitants of the Alta Valle Seriana
Elio Canini, geologist expert on the geology of the Alta Valle Seriana
Mauro Abbadini, owner of Miniera Polveriera di Gorno, and Roman Ceroni
Nicoletta Bergamini, Bar del Centro
Savina Foresti, artist photographer
Giovanni Fornoni, Marmi Ardesio marble quarry
Silvia Marinoni, centro didattico Nab (Natura e Ambiente in Val Borlezza)
Famiglia Pasini, artists’ studio
Claudia Riccardi, award-winning cheese maker
Francesco Rota, post-doc researcher, Swiss Federal Institute for Forest Snow and Landscape Research WSL
Taccolini family, Tre Art Fotoceramica
Tony Tranquillo and Radio Like

Elina Vainio would like to thank
Claudia Riccardi, Modesto Rodari, and Luciano Santus for giving their photos for the work
Enio Bonetti and Zaccaria Rodigari for allowing the works to appear in their properties
Elio Santus for the installation of the works
Man Yau for mould making and casting expertise
In 2024–2026, Elina’s work is supported by Kone Foundation

Riikka Thitz would like to thank
Anna Mustonen and Marianna Henriksson, cofounders of the artist-run arts association i dolci
Elina Hämäläinen for collegial support and comments on the text
Konsta Ojala for additional information on soft material science